mercoledì 2 maggio 2007

L'ombra


L’ombra fu vista per la prima volta in una notte di plenilunio. Aveva grandi occhi e denti e zampe penzolanti.
Silenziosa, solcava il cielo a circa venti/trenta metri d'altezza, come una macchia di cioccolata sul viso di un bambino, oscurava le tremule stelle e ricopriva in parte anche la luna.
Non s’era mai vista una cosa cosi terrificante.
Lentamente dalle case del porto, del borgo antico, dalla piazza, da tutti i quartieri di Agropoli, gli uomini uscivano muti.
Tutti si erano accorti di quella presenza minacciosa e tutti guardando il cielo a naso in su, si univano timorosi.
Sembravano gocce d’acqua che affluivano ad una sola chiazza lucente.
Il gruppo di uomini guardava l’ombra e avanzava.
Le donne sgranavano gli occhi, osservando il movimento fluente di quella strana presenza celeste, da dietro le finestre, mentre i bambini già dormivano.
Fu Giovanni Ruocco che incitò tutti ad armarsi: lo fece a bassa voce, quasi temendo d’esser scoperto.
Il corteo frusciante si diresse verso il comando dei carabinieri, i quali armati di mitra, condussero la battuta di caccia.
Lo stridere dei colpi rimbombò verso la rupe, sotto il faro che s’era ormai completamente oscurato e d'eco in eco, risuonò cupo, come il rintocco di una campana che aspetta il suo morto. Fu uno spettacolo balordo. Pigramente l’ombra si voltò senza alcun lamento e zampe all'aria e gocciolante, scese fino a posarsi sul mare che si colorò di una tonalità luminosissima di turchese. Sull’acqua, priva di vita, fu trascinata dalla corrente verso Capri, irrigidita e fredda per sempre.
Il bagliore della luna illuminava la pancia gigantesca e immobile, mentre la corrente, sempre più lesta, trascinava l’ombra lontano dalla vista degli agropolesi, che s’erano riuniti sul lungomare.
Si annunciò che in cielo, mentre l’ombra cessava di vivere, un gran pianto di stelle solcava, graffiando, il cielo più nero che si fosse mai visto e che, da allora il mare diventò molto più affascinante e luminoso.
Si disse, poi, che per tutto il paese, uccelli e gatti e cani facessero un gran baccano e che in quel mentre l’ombra come trascinata da un’attrazione tornasse verso Agropoli.
Si raccontò che la rupe sotto il faro cominciò a sgretolarsi formando una grotta che accolse ed inghiottì quella strana creatura morta.
Si sparse la voce che i bambini e le bambine, ridestati da un sordo richiamo, uscissero da tutte le case e sotto gli sguardi attoniti degli adulti, si riunissero in un enorme girotondo, che abbracciò l’intero promontorio d’Agropoli, intonando una canzone dalle parole misteriose e dolci.
Tutto questo, però, non è storicamente certo.
Di fatto, da quel giorno in questa splendida città di mare, la notte sembra ancora di sentire quel canto soave, che trasporta la mente di chi qui s’addormenta, verso il sogno e la pace ritrovata. Ed
ogni volta, nel sonno, l’ombra rivive, ma senza occhi, denti e zampe terrificanti, senza l’orrido enorme corpo abbandonato, riappare come viva in quell'impalpabile materia che comunemente si chiama favola o illusione per sorridere a grandi e piccini.

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